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L’estate di Chiara Ferragni sembra un mix di sole, famiglia e look da sogno, ma dietro le quinte si addensano nubi scure sul suo impero imprenditoriale. Se le voci sulla chiusura del negozio di Milano restano non confermate, gli sconti vertiginosi sui prodotti del brand all’estero destano preoccupazione.

Come riportato da Francesca Galici su Il Giornale, in un negozio di Newcastle le felpe Chiara Ferragni sono state avvistate a meno di 30 euro, una frazione irrisoria rispetto al prezzo originale di 222 euro. Un segnale di svendita che fa pensare a una possibile crisi economica e reputazionale.

Dal “pandoro-gate” alla vita privata: le aziende di Chiara Ferragni sono veramente in crisi?

Il “pandoro-gate” di Natale, con l’accusa di sfruttamento del lavoro minorile per la produzione dei pandori firmati Balocco, sembra aver innescato una pericolosa emorragia di consenso. Nonostante le scuse e le azioni correttive, l’immagine del brand ne è uscita danneggiata.

La crisi si estende anche ai social, dove l’influencer ha perso follower e ricevuto critiche per la sua gestione dell’incidente. L’effetto domino potrebbe colpire anche le collaborazioni con altri marchi, mettendo a rischio l’intero impero Ferragni.

Mentre Chiara continua a condividere momenti di felicità familiare su Instagram, la domanda resta: riuscirà a superare questa tempesta e rilanciare il suo brand, o siamo di fronte al tramonto di un impero?

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