Michele Profeta: Il Serial Killer di Padova
Michele Profeta è stato un serial killer italiano, noto come il “Mostro di Padova” o il “Professore”. Tra gennaio e febbraio del 2001, uccise due persone a Padova, lasciando dietro di sé una scia di mistero e paura. La sua storia, segnata da omicidi premeditati, minacce e un arresto rocambolesco, si conclude con la sua morte nel 2004 mentre si trovava in carcere.
Chi era Michele Profeta?
Nato a Palermo il 3 ottobre 1947, Profeta si trasferì al Nord negli anni ‘90, dove lavorava in una società di servizi finanziari. La sua vita personale era caratterizzata da una doppia esistenza: aveva una moglie e figli ad Adria, ma intratteneva anche una relazione segreta a Mestre.
Le difficoltà economiche e, probabilmente, la passione per il gioco d’azzardo lo portarono a sviluppare un comportamento instabile. Il 10 gennaio 2001 inviò una lettera alla Questura di Milano minacciando di uccidere persone a caso se non gli fossero stati consegnati 12 miliardi di lire.
Gli omicidi di Padova
Il primo delitto avvenne il 29 gennaio 2001: il tassista Pierpaolo Lissandron fu trovato morto nella sua auto, ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Inizialmente si pensò a una rapina, ma la pista cambiò quando una lettera anonima arrivò alla polizia, in cui l’assassino rivendicava l’omicidio.
Il secondo omicidio avvenne il 10 febbraio 2001. La vittima, Walter Boscolo, un agente immobiliare, fu ritrovata morta in un appartamento con lo stesso modus operandi: un colpo di pistola alla nuca. Accanto al corpo vennero trovate due carte da gioco e una lettera scritta con un normografo, dettagli che rafforzarono l’idea di un serial killer con un modus operandi ben preciso.
L’arresto e la condanna
L’elemento chiave che portò alla cattura di Michele Profeta fu una scheda telefonica: lo stesso numero utilizzato per contattare Boscolo era stato impiegato per telefonare ad altri agenti immobiliari. Il 16 febbraio 2001, la polizia lo arrestò mentre rincasava a Padova. Nel suo veicolo vennero trovate una pistola, una carta da gioco e il normografo con cui aveva scritto le lettere di rivendicazione.
Nel 2002, la Corte d’Assise di Padova lo condannò all’ergastolo per i due omicidi. Dopo un tentativo di evasione nel luglio 2001, fu trasferito nel carcere di Voghera.
La morte in carcere
Il 16 luglio 2004, Michele Profeta morì improvvisamente per un infarto nella sala degli avvocati del carcere di San Vittore, a Milano. In quel momento stava sostenendo un esame di Storia della Filosofia per l’Università degli Studi di Milano. La sua morte segnò la fine di una delle figure criminali più enigmatiche d’Italia.
Segui Per Sempre News anche sui social!

Scrivo e sono content creator True Crime su Youtube , canale SCARLETT NOIR.
Su Instagram sono @piperita80