Il cammino della conversione interiore
Come ogni anno al termine del Carnevale, che si conclude con il Martedì Grasso, si entra immediatamente nella Quaresima, ovvero nel periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua. Esso è un cammino di conversione che prepara alla celebrazione della Pasqua, ossia alla risurrezione di Cristo alla morte terrena.
Questi infatti, come diceva San Paolo, ha voluto condividere con l’uomo tutta la sua esperienza di essere umano, tranne quella del peccato, pur essendo figlio di Dio. Ancora oggi riecheggia quel suo umano grido disperato, allorquando prossimo alla sua crudele morte sulla croce proferiva: “ Dio mio perché mi hai abbandonato! E’ proprio quello il momento in cui l’uomo si sente unito in Cristo perché egli ha sperimentato su di se la più cruenta delle sofferenze ingiuste e cioè la morte per crocifissione. Questi quaranta giorni che ogni anno precedono la Pasqua, rappresentano per il vero cristiano l’opportunità di vivere l’autentico significato della Pasqua cristiana e non esclusivamente quello della commercializzazione della festa. Per poter vivere intensamente questo cammino interiore occorre innanzitutto riconoscersi peccatori, solo così potremo poi chiedere il perdono e l’assoluzione per i nostri peccati. Viceversa ignorarli è come girare la faccia alla nostra coscienza che ci scruta e ci giudica ed approssimarsi a vivere la solita Pasqua consumistica che nulla ci lascia una volta trascorsa.
La Quaresima deve rappresentare per chi crede veramente in Cristo, un’occasione irripetibile per risorgere ad vita nuova e cioè una vita che tenda sempre più al raggiungimento dell’equilibrio interiore, indispensabile per camminare insieme a Cristo e seguire i suoi insegnamenti. Non a caso a chi si sente maggiormente vicino a Cristo, viene chiesto di provare la sofferenza ingiusta, spesso paragonabile al peso di una croce personale che mette a dura prova la sua fede. Cosa fare in questo caso? Occorre solo attingere a tutte le proprie forze fisiche e morali per sopportare il peso di queste croci, con la consapevolezza che la salvezza passa solo per la sofferenza e la speranza che prima o poi “passerà “ a nuttata”. Meditiamo tutti indistintamente.
