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Non si arrestano le polemiche sull’uso dell’intelligenza artificiale: dopo Scarlett Johansson, ora anche Morgan Freeman contesta il “furto” della propria voce da parte dell’IA.

In un momento storico in cui le aziende si contendono i diritti per utilizzare le voci e gli aspetti dei VIP per lo sviluppo di chatbot basati sull’IA, c’è chi si oppone fermamente a questa nuova tecnologia.
Morgan Freeman, 87 anni, è uno degli attori più famosi e longevi al mondo, vincitore di un premio Oscar nel 2012 per la sua interpretazione in “Million Dollar Baby“.
La sua voce è fra le più riconoscibili dell’intero panorama hollywoodiano, e non ci è voluto molto prima che l’IA riproducesse fedelmente il parlato dell’attore di Memphis.

La scintilla nello scontro tra Morgan Freeman e l’IA è arrivata grazie ad un’utente su TikTok, che ha dato vita ad una serie in cui si fingeva la nipote dell’interprete di Nelson Mandela in “Invictus”.
Nel replicare le conversazioni, la donna utilizzava un modello artificiale per ricreare la voce di Freeman.
La cosa non è andata giù a Morgan che, tramite il suo profilo X, ha fatto sapere di aver già denunciato l‘utilizzo improprio della sua voce, ringraziando tutti i suoi fan per le pronte segnalazioni del caso.

Questa vicenda alimenta ancora di più il dibattito sui limiti dell’intelligenza artificiale: fin dove si può spingere questo nuovo e apparentemente potentissimo mezzo?
Morgan Freeman non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo VIP che si scaglierà contro l’IA e la replica non autorizzata della propria voce o del proprio aspetto.
Questo strumento va assolutamente regolamentizzato, perchè il pericolo di un uso illegale o addirittura criminoso dell’intelligenza artificiale è sempre maggiore.