Mondiale 2030 a 64 squadre: Un’idea rivoluzionaria o un azzardo senza precedenti?
L’idea di un Mondiale a 64 squadre per l’edizione 2030 ha scatenato un acceso dibattito nel mondo del calcio. Nonostante l’imminente debutto del format a 48 nazionali previsto per il 2026, il presidente della federazione uruguaiana, Ignacio Alonso, ha avanzato la proposta di ampliare ulteriormente il numero delle partecipanti. Un suggerimento accolto con interesse dal presidente FIFA Gianni Infantino, che ha annunciato un approfondimento sull’eventuale fattibilità del progetto.
Il peso delle scommesse sportive e l’impatto economico
Le scommesse sportive sono strettamente legate ai successi delle nazionali e alle prestazioni nelle competizioni internazionali. L’aumento delle squadre partecipanti potrebbe influenzare profondamente le quote offerte dai bookmaker, creando nuove opportunità di mercato. Con più squadre coinvolte, le variabili da considerare aumenterebbero esponenzialmente, rendendo ancora più complesso il lavoro degli analisti delle quote. Inoltre, il maggior numero di match potrebbe portare a una crescita delle scommesse live, elemento che già oggi rappresenta una fetta rilevante del settore.
L’espansione del torneo genererebbe anche nuove entrate per sponsor e diritti televisivi. Tuttavia, resta da capire se il pubblico accoglierà con entusiasmo un evento così dilatato nel tempo o se il rischio di saturazione comprometterà l’appeal della competizione.
Benefici e criticità: Chi guadagna e chi perde?
L’aumento delle squadre partecipanti avvantaggerebbe le federazioni minori, offrendo a nazionali meno blasonate l’occasione di vivere il sogno mondiale. Per continenti come Africa, Asia e Oceania, l’allargamento rappresenterebbe un’opportunità storica. D’altro canto, le nazionali di vertice, abituate a percorsi più snelli, si troverebbero ad affrontare un numero maggiore di partite, con un inevitabile impatto sulla tenuta fisica dei calciatori e sulla gestione dei club.
Anche il calendario calcistico subirebbe un’alterazione profonda. La durata del torneo, stimata in almeno sei settimane, implicherebbe la necessità di rivedere l’organizzazione delle stagioni 2029-2030 e 2030-2031, con il rischio di congestionare ulteriormente un sistema già sotto pressione.
Una questione politica ed economica
L’espansione della Coppa del Mondo a 64 squadre potrebbe inasprire il confronto tra FIFA e UEFA. L’organizzazione europea, che gestisce alcune delle competizioni più prestigiose a livello di club, potrebbe non gradire una riforma che sottrae tempo e risorse ai propri tornei. Inoltre, la CONMEBOL, la confederazione sudamericana, rischierebbe di vedere compromessi i meccanismi di qualificazione, con una riduzione delle partite preliminari che garantiscono importanti introiti alle federazioni nazionali.
Dal punto di vista finanziario, l’eventuale approvazione del progetto comporterebbe un aumento dei costi organizzativi. Più squadre significano più infrastrutture, più viaggi, più personale e, di conseguenza, un maggiore investimento da parte degli organizzatori. Per compensare il tutto, la FIFA potrebbe dover garantire un bonus economico extra alle federazioni coinvolte, una mossa che potrebbe calmare le tensioni ma non eliminare del tutto le criticità.
Un impatto ambientale da non sottovalutare
Uno degli aspetti più controversi della proposta riguarda la sostenibilità ambientale. Il Mondiale 2030, con la sua formula attuale, prevede già sei sedi distribuite tra Europa, Africa e Sud America. L’eventuale espansione a 64 squadre significherebbe un ulteriore aumento degli spostamenti, con un impatto significativo sulle emissioni di CO₂ e sull’organizzazione logistica dell’evento.
Le politiche di sostenibilità della UEFA e di altre federazioni prevedono obiettivi stringenti per il 2030, in linea con i programmi di riduzione dell’impatto ambientale. Un torneo così esteso andrebbe in direzione opposta rispetto a queste linee guida, sollevando dubbi sull’effettiva compatibilità con gli impegni presi in ambito ecologico.
Un futuro incerto per il Mondiale 2030
La FIFA dovrà valutare attentamente i pro e i contro di un cambiamento così radicale. L’allargamento del torneo potrebbe aumentare l’inclusività e garantire nuove opportunità a molte nazionali, ma rischia di compromettere il valore competitivo della competizione e di creare tensioni con le principali organizzazioni calcistiche mondiali.
A sei anni dall’evento, la discussione è ancora aperta e non mancheranno sviluppi nei prossimi mesi. Resta da vedere se questa rivoluzione troverà il consenso necessario o se la FIFA deciderà di mantenere la formula già ampliata a 48 squadre. Quel che è certo è che il Mondiale 2030 si preannuncia come uno degli eventi più discussi e controversi della storia del calcio.

La Redazione di PerSempreNews