Il corpo di Gino Panaiia, il giovane di 25 anni scomparso nella notte di Halloween, è stato ritrovato senza vita nelle acque del Naviglio Pavese, tra Casarile e Rognano, dopo giorni di intense ricerche. Sebbene il primo esame medico legale non abbia rilevato segni evidenti di lesioni, restano ancora molti interrogativi su quanto accaduto al giovane milanese, e la Procura non esclude nessuna ipotesi, dall’incidente alla possibilità di omicidio.
La scomparsa di Gino Panaiia nella notte di Halloween
La notte del 31 ottobre, Gino Panaiia stava festeggiando Halloween insieme alla fidanzata e un gruppo di amici in un locale di Zibido San Giacomo, nella periferia milanese. La serata, caratterizzata da un clima di allegria e diversi drink, sembra però essere degenerata quando tra Gino e la fidanzata è sorta una discussione, di cui non si conoscono ancora i dettagli. Nonostante l’offerta degli amici di riaccompagnarlo a casa, Gino ha deciso di riprendere lo scooter e proseguire da solo.
Poco dopo aver lasciato il locale, intorno all’una di notte, ha perso il controllo del veicolo in una rotonda, cadendo ma riuscendo a rialzarsi e proseguire. Da quel momento, si è diretto verso una strada secondaria, non asfaltata e senza illuminazione, nei pressi di Cascina Casiglio. Intorno all’1:30 ha risposto a una chiamata della fidanzata, informandola che si stava dirigendo a Vigevano, ma da quel momento il suo cellulare è sparito dai radar, l’ultimo segnale è stato registrato alle 2:22. Da lì, Gino Panaiia è scomparso senza lasciare tracce, dando il via a un’operazione di ricerca che si è conclusa tragicamente con il ritrovamento del suo corpo nelle acque del Naviglio.
Le ipotesi degli inquirenti: incidente o delitto?
Al momento, la principale ipotesi degli inquirenti è che Gino Panaiia possa essere stato vittima di un incidente. L’abuso di alcol e la strada poco illuminata vicino al Naviglio potrebbero aver portato il giovane a perdere l’equilibrio, cadendo in acqua senza riuscire a salvarsi. Tuttavia, rimangono molti dubbi, e l’autopsia sarà cruciale per fare luce sulla dinamica esatta della tragedia.
Tra le verifiche in corso, gli investigatori esamineranno le diatomee, alghe che crescono all’interno del corpo in base al tempo trascorso in acqua, per stabilire con precisione quanto tempo il corpo sia rimasto immerso. Inoltre, l’autopsia dovrà chiarire se Gino sia deceduto prima della caduta nel Naviglio (magari a causa di un malore) o se la morte sia sopraggiunta per annegamento.
Indagini aperte su possibili legami con il passato
Se dovessero emergere segni di strangolamento o altre ferite compatibili con un’aggressione, gli investigatori sarebbero pronti ad approfondire ulteriori piste. In particolare, si è parlato di un possibile collegamento con una vecchia faida legata a una borsa di droga risalente al 2013. Anche la sparizione di alcuni effetti personali di Gino potrebbe essere rilevante e potrebbe dare una nuova direzione alle indagini.
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