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La strage

La strage di via Michelangelo da Caravaggio è uno dei casi di omicidio più controversi della cronaca nera italiana. La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1975, tra le 23:00 e le 5 del mattino, Domenico Santangelo, la moglie Gemma Cenname e la figlia Angela Santangelo furono brutalmente assassinati nella loro abitazione al quarto piano del numero 78 di via Michelangelo da Caravaggio, nel quartiere Fuorigrotta a Napoli. La tragedia fu scoperta solo l’8 novembre successivo.

Dettagli dell’Omicidio

Le vittime furono prima colpite alla testa con un oggetto contundente, mai identificato, e poi ferite alla gola con un coltello da cucina. Anche il loro cane, un Yorkshire terrier di nome Dick, fu soffocato con una coperta. I corpi di Domenico e Gemma furono trovati nella vasca del bagno padronale insieme a Dick, mentre Angela fu avvolta in un lenzuolo e adagiata sul letto matrimoniale.

Indagini e Analisi Scientifiche

Durante le indagini, fu scoperto che l’assassino aveva rubato del denaro dalla borsetta di Gemma Cenname e la pistola di Domenico Santangelo, mai ritrovata. Un asciugamano macchiato di sangue rinvenuto sulla scena del crimine presentava tracce di almeno tre DNA estranei, incompatibili con quelli delle vittime. Nel 2014, nuove analisi scientifiche sui reperti trovarono tracce del profilo genetico di Mario Zarrelli su mozziconi di sigaretta e su un pezzo di tessuto di uno strofinaccio.

Dichiarazioni e Difesa dei Fratelli Zarrelli

Nonostante le evidenze genetiche che indicano la presenza di Zarrelli nella casa, non è stato possibile processarlo nuovamente a causa del principio giuridico del “ne bis in idem”. Mario Zarrelli ha pubblicamente difeso l’innocenza del fratello, mentre Domenico Zarrelli, ormai costretto su una sedia a rotelle, ha dichiarato che si tratterebbe di una vendetta delle procure. Ha espresso dubbi sull’origine del DNA utilizzato per le analisi, sottolineando che i reperti erano stati archiviati senza i protocolli attuali.

Denunce e Archiviazione

I fratelli Zarrelli, rappresentati anche dalla figlia di Mario, Ilaria Zarrelli, hanno denunciato giornalisti e organi di stampa per diffamazione e violazione del segreto istruttorio. Nel 2015, la procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione delle nuove indagini, con il sostituto procuratore Luigi Santulli che ha dichiarato che le moderne tecniche investigative non hanno fornito elementi idonei a identificare un colpevole per il delitto.

La strage di via Michelangelo da Caravaggio rimane un caso irrisolto, nonostante l’utilizzo di avanzate tecniche investigative moderne. Le dichiarazioni dei fratelli Zarrelli e le questioni sollevate riguardo alla gestione dei reperti continuano a suscitare discussioni. Questo caso rappresenta una complessa intersezione tra giustizia, scienza e informazione, lasciando ancora molte domande senza risposta.