La tragica morte di Larimar Annaloro, 15 anni, trovata impiccata in un giardino a Piazza Armerina (Enna), continua a suscitare interrogativi. L’autopsia ha rivelato particolari inquietanti che rendono il presunto suicidio «anomalo». Sul caso indaga la Procura dei Minori di Caltanissetta con l’ipotesi di istigazione al suicidio, mentre si cerca di far luce sulle dinamiche e sui motivi dietro la tragedia.
I dettagli dell’autopsia: un suicidio «anomalo»
L’autopsia ha accertato che Larimar aveva il collo, l’addome e i piedi legati con una corda, apparentemente quella di un’altalena, mentre le mani risultavano libere. Tuttavia, non c’erano segni di tentativi di liberarsi. Inoltre, l’osso cervicale non era spezzato, come di solito accade nei casi di impiccagione. Anche le scarpe della ragazza erano pulite, nonostante l’albero si trovasse in un terreno fangoso, alimentando ulteriori sospetti.
La madre della ragazza, che l’ha trovata inginocchiata e legata, ha sempre sostenuto che non si trattasse di un suicidio. I risultati dell’autopsia sembrano supportare la sua ipotesi, lasciando spazio a dubbi su quanto accaduto.
Sequestrati i telefoni di otto ragazzi: ipotesi di foto intime diffuse
La Procura ha sequestrato i telefonini di otto ragazzi, tra compagni di scuola e conoscenti della 15enne, per verificare l’eventuale esistenza di foto intime della giovane che potrebbero essere state diffuse in chat.
Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, alcune immagini private di Larimar potrebbero essere state condivise senza il suo consenso. Questo potrebbe aver spinto la ragazza a temere per la sua reputazione, alimentando un dramma interiore culminato nel tragico gesto.
Lite e accuse prima della tragedia
Un altro elemento emerso dalle indagini riguarda una lite violenta tra Larimar e una coetanea avvenuta poche ore prima della sua morte. La discussione avrebbe coinvolto anche un ex fidanzato della ragazza, accusato di aver avuto un rapporto intimo con Larimar poco prima della tragedia. Il ragazzo avrebbe ammesso il fatto, giustificandolo con lo stato di ubriachezza. Il litigio si sarebbe consumato in presenza di numerosi studenti, aumentando il possibile carico di umiliazione e pressione emotiva sulla giovane.
La famiglia chiede giustizia
La famiglia della 15enne, assistita dall’avvocata Milena Ruffini, non si arrende e prosegue con indagini difensive per chiarire ogni aspetto della vicenda. Nei giorni scorsi, la legale ha chiesto un incontro con la preside della scuola frequentata da Larimar, senza ottenere risposta. «Stiamo verificando quanto acquisito. Decideremo in seguito se procedere con una denuncia formale», ha dichiarato l’avvocata.
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Scrivo e sono content creator True Crime su Youtube , canale SCARLETT NOIR.
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