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Moussa Sangare, il 31enne reo confesso dell’omicidio di Sharon Verzeni, è stato trasferito in un altro carcere per tutelare la sua incolumità. L’ex aspirante trapper, inizialmente recluso nel penitenziario di Bergamo, è stato bersaglio di attacchi da parte di altri detenuti. Questi, infatti, hanno lanciato contro di lui bombolette incendiarie, manifestando apertamente la loro ostilità. A seguito di questi episodi, il magistrato di sorveglianza, con il via libera del gip Raffaella Mascarino, ha deciso per il trasferimento di Sangare in una nuova struttura penitenziaria.

La confessione di Sangare

Sangare ha confessato di essere l’autore dell’efferato omicidio di Sharon Verzeni, una barista di 33 anni, uccisa a coltellate a Terno d’Isola. L’accusa a suo carico è quella di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. La confessione è arrivata poco dopo il suo arresto, avvenuto su disposizione del gip, e ha scosso l’opinione pubblica, soprattutto per la brutalità del crimine.

L’omicidio di Sharon Verzeni

Il delitto ha scosso la comunità di Terno d’Isola, dove la vittima era molto conosciuta e apprezzata per il suo lavoro e la sua gentilezza. Sharon Verzeni è stata trovata senza vita nel suo appartamento, con evidenti segni di violenza. L’indagine ha rapidamente portato all’identificazione di Moussa Sangare come principale sospettato, grazie anche alle testimonianze e alle prove raccolte sul luogo del crimine.La vicenda ha suscitato grande indignazione, soprattutto per la premeditazione e la crudeltà dimostrata dall’assassino. L’arresto e la successiva confessione di Sangare hanno chiuso rapidamente il caso dal punto di vista giudiziario, ma non hanno placato il dolore e la rabbia della popolazione.

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