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Nel drammatico caso dell’omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001, sono state avanzate pesanti richieste di condanna per l’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, e per la sua famiglia. I sostituti procuratori Francesco Piantoni e Deborah Landolfi hanno chiesto 24 anni di reclusione per Mottola e 22 anni per sua moglie Annamaria e per il figlio Marco. Queste richieste sono state formulate durante il processo di secondo grado, che si svolge davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma.

Secondo le dichiarazioni del sostituto procuratore Deborah Landolfi, Franco Mottola avrebbe tenuto il comportamento più grave poiché, in qualità di comandante della stazione dei carabinieri, avrebbe dovuto essere il primo a prendere iniziative per evitare la morte di Serena. La gravità della situazione, insieme al mancato riconoscimento delle proprie responsabilità e alla mancanza di collaborazione, ha portato i procuratori a chiedere pene elevate anche per Annamaria e Marco Mottola.

Un Parallelo con l’omicidio di Marco Vannini

Durante la requisitoria, il sostituto procuratore generale Deborah Landolfi ha tracciato un parallelo tra l’omicidio di Serena Mollicone e quello di Marco Vannini. Anche in questo caso, la vittima era in un contesto domestico dove avrebbe dovuto essere protetta. Marco Vannini è stato ferito da un colpo di arma da fuoco mentre si trovava a casa della fidanzata, e non sono stati chiamati adeguati soccorsi per salvarlo.

Landolfi ha spiegato che l’obbligo di garanzia e protezione ricade su chi ospita una persona che si trova in pericolo di vita. Nel caso di Serena Mollicone, Marco Mottola, insieme ai suoi genitori, aveva l’obbligo di prestare soccorso poiché la ragazza si trovava nell’abitazione di cui essi avevano la disponibilità esclusiva. Invece di aiutare Serena, la famiglia Mottola avrebbe deliberatamente scelto di soffocarla e far sparire il corpo per evitare conseguenze penali.

Conclusioni della Procura

Nella memoria conclusiva, i procuratori generali Deborah Landolfi e Francesco Piantoni hanno sottolineato come la famiglia Mottola non solo non abbia prestato soccorso a Serena, ma abbia anche tentato di occultare il delitto per proteggere Marco dalle ripercussioni legali. Questo comportamento, secondo i procuratori, giustifica le severe richieste di condanna.

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