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di Giuseppe Esposito

Il presidente Zelensky dice che il Cremlino controlla il 20% dell’Ucraina ma la vittoria finale sarà di Kiev. La Russia rilancia è fa sapere che “l’operazione militare speciale” continuerà fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi. Entrambi i contendenti sono convinti che stanno vincendo sul terreno. Al di là dell’esito finale.
Con queste premesse appare evidente che le prospettive per un cessate il fuoco nel prossimo futuro sono improbabili. Sarà difficile vedere i due leader seduti al tavolo delle trattative. Almeno fino a quando uno dei due non sarà consapevole che sta perdendo ed ha raggiunto quella linea al disotto della quale non può scendere.

Allora come ha detto il Segretario Generale della NATO “…dobbiamo essere pronti per una guerra che avrà un lungo percorso…”. Neanche il Presidente Biden sembra essere più convinto dell’esito finale. Forse è diventato più possibilista e dice cose che tempo fa non avrebbe detto. Ha dichiarato che “…Spetta a Kiev decidere se rinunciare a parte del territorio per la pace…”. Ed aggiunge che prima o poi “sembra” ci dovrà essere un’intesa ma “…cosa comporterà non sono in grado di dirlo…”.

Di sicuro una mediazione è necessaria. Dovrà per forza di cose identificare una consonanza tra i diversi modi di percepire la realtà oggettiva. La logica che spinge i contendenti al combattimento sul terreno dovrà essere accantonata, dimenticata. Si deve stabilire un compromesso per il cessate il fuoco. Al tavolo delle trattative ci si dovrà sedere avendo stabilito una tregua temporanea che, piaccia o no, congela provvisoriamente la situazione. L’Ambasciatrice e scrittrice Elena Basile è intervenuta a titolo personale a “Di Martedì” su La7. Ha detto che una mediazione si ha “… solo quando la diplomazia ammette che ci sono interessi generali contrapposti ed entrambi legittimi e cerca di stabilizzare un’area trovando un punto di incontro…”. Una diplomazia in grado di ricercare equilibri tra le parti.

Per ora l’Europa non ha brillato in quanto a diplomazia. A parte iniziative personali di leader dei paesi dell’Unione, senza successo.
Come entità unica, l’Unione Europea avrebbe per Putin le credenziali per porsi come mediatore? Verrebbe attaccato un pacificatore chi ti combatte con sanzioni, giuste e doverose per noi occidentali, considerate inique dai russi? Non abbiamo la risposta ma Mosca ce l’ha. Per altro tipo di mediazione (come il grano) ha chiesto la rimozione delle sanzioni. Certo, un ricatto sulla fame altrui.
Anche la Turchia trova difficoltà a mediare, nonostante le buone relazioni che intrattiene con russi ed ucraini. La Cina ha deciso di restare a guardare per il momento. L’asse anglosassone (USA-GB) non pervenuto su questo piano, almeno finora.

La situazione sul terreno va avanti. Ogni giorno ci sono sempre più vittime e la diplomazia è ferma al palo.