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Il nucleo di polizia economico e finanziario della Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato circa 121 milioni di euro per frode fiscale alla filiale italiana di Amazon.
La confisca è arrivata nell’ambito di un’indagine condotta dai pm Paolo Storari e Valentina Mondovì sui presunti “serbatoi di manodopera”. Si tratta di un presunto sistema utilizzato da grandi aziende che si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato “appaltando” per i loro servizi di logistica la manodopera a cooperative, consorzi e società “filtro” in modo irregolare, con annesso “sfruttamento del lavoro”.
Questo “sistema” era già venuto a galla nelle inchieste su Dhl, Gls, Uber, Lidl, Brt, Geodis, Esselunga, Securitalia, Ups, Gs del gruppo Carrefour e Gxo, con ultimo sequestro da quasi 84 milioni il 2 luglio. 
Dalle indagini sono emerse situazioni simili di lavoratori sfruttati, obbligati a spostarsi da una società all’altra, senza contributi previdenziali. Questo presunto schema coinvolgeva false fatture, evasione fiscale e vari settori come la logistica, il facchinaggio e la vigilanza privata. Le indagini sono condotte dalla Procura di Milano, guidata da Marcello Viola e Tiziana Siciliano. Al momento si attende la convalida del sequestro di Amazon Italia da parte del Gip.

Stando a quanto riferito nel decreto di 94 pagine firmato dai pm di Milano Paolo Storari e Valentina Mondovì: “il meccanismo fraudolento è ancora in atto, con rilevantissime perdite per l’erario e situazioni di sfruttamento lavorativo che perdurano, a tutto vantaggio di Amazon Italia Transport srl”.
Dal decreto risulta inoltre che per la presunta frode fiscale sono indagati tre responsabili della srl, Gabriele Sigismondi, Adriano Susta e Jason Miller, oltre alla stessa società per la responsabilità amministrativa. 

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