• Tempo di Lettura:2Minuti

I carabinieri stanno ricostruendo quanto accaduto nella vicenda della morte del 17enne Christopher Thomas Luciani.
L’omicidio di Pescara, evento macabro già di suo, sta assumendo tratti sempre più cupi secondo quanto emerge dal provvedimento di fermo emesso contro i due 15enni accusati dell’omicidio.

I due minorenni avrebbero inflitto ben 25 coltellate nei confronti di Thomas e, non paghi, si sarebbero accaniti sul corpo già senza vita del ragazzo con calci e sputi.
Thomas li avrebbe pregati più volte di smetterla e la loro risposta sarebbe stata un freddo e definitivo “stai zitto”.
Ciò che colpisce i carabinieri, stando al provvedimento di fermo, è la mancanza di empatia in una situazione del genere, come dimostra l’apparente indifferenza dei due 15enni che, una volta disfattisi del cadavere di Thomas, sarebbero andati a fare il bagno al mare senza particolari problemi.
I motivi dietro a questa terribile vicenda sembrano chiarissimi: Thomas avrebbe avuto un debito di qualche centinaio di euro nei confronti di uno dei due ragazzi responsabili della sua morte.
Sia Thomas che i due 15enni erano coinvolti in un giro di spaccio di droga, il che spiega l’origine del debito di Thomas.
A giocare un ruolo fondamentale nelle indagini è stata la testimonianza di un amico degli assassini, che avrebbe fornito ai carabinieri un resoconto preciso e puntuale dei fatti.
Colpisce che i due presunti colpevoli facciano parte della “Pescara bene”: uno, infatti, è figlio di un carabiniere, l’altro di una famosa avvocata della zona.
A maggior ragione l’omicidio di Pescara evidenzia “un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse”, come riportato dalla questura di Pescara in una nota