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L’IA (Intelligenza Artificiale) sta rapidamente entrando nelle pratiche comuni di ogni giorno, tanto da venire impiegata anche in ambito accademico, soprattutto come forma di test. Ed è proprio ciò che ha fatto Roberto Burioni, rinomato virologo, che all’Adnkronos ha riferito di aver sperimentato l’IA per farle redigere alcuni contenuti divulgativi e che questa sia stata persino ‘bocciata’ ad un esame partorito dallo stesso Burioni, come riporta anche la Repubblica. “Io non ho mai usato l’intelligenza artificiale per scrivere un articolo – dice il virologo – ma sono di una vecchia generazione. Ho provato a farle scrivere dei contenuti divulgativi, ma ho trovato il risultato estremamente sciatto e anche poco preciso. Qualcuno ha persino sottoposto l’esame che devono superare i miei studenti all’intelligenza artificiale ed è stata bocciata. Penso che l’intelligenza artificiale – prosegue – possa portare a un cambiamento epocale in tutte le attività intellettuali che non richiedono creatività, ma elaborazione di dati esistenti. L’intelligenza artificiale non crea, ma copia. Per questo si porrà il problema del diritto d’autore, perché se l’intelligenza artificiale, per esempio, – conclude – utilizza un mio libro per scrivere un articolo sui vaccini, io dovrò ricevere un equo compenso”.