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Oltre alla guerra in Ucraina il Presidente russo, Vladimir Putin, deve fare i conti anche con la questione terrorismo. Nel pomeriggio di domenica 23 giugno, infatti, è stato compiuto un attentato in una chiesa e in una sinagoga di Derbent, città appartenente alla Repubblica autonoma del Daghestan. Il bilancio è di circa venti morti morti e cinquanta feriti. Tra le vittime, oltre i civili, ci sono diversi membri delle forza dell’ordine e un sacerdote. Dopo aver compiuto la strage i terroristi,  appartenenti probabilmente al ramo del Caucaso settentrionale dello Stato Islamico, hanno dato fuoco ai due luoghi di culto. Secondo quanto diffuso dal ministero dell’Interno russo, e riportato da Tgcom24, i responsabili dell’attentato sono stati individuati e sei di loro uccisi dalle squadre antiterrorismo.

Questo è il terzo attentato che avviene in Russia negli ultimi mesi, dopo quello dello scorso 28 ottobre all’aeroporto di Makhatchakala, e quello del 22 marzo al teatro di Mosca  Crocus City Hall. L’attacco terroristico alla sinagoga di Derbent ha suscita grande preoccupazione in Israele, con Tel Aviv che si è subito messa in contatto con l’ambasciata israeliana di Mosca per avere notizie. Secondo quanto riportato da Tgcom24, non ci sarebbero stati fedeli all’interno della sinagoga durante l’attentato.

Prosegue intanto il conflitto russo-ucraino, giunto oramai al 853esimo giorno di combattimenti. La guerra, dopo gli ultimi avvenimenti, rischia di vedere il coinvolgimento di altre Nazioni. Nelle ultime ore, infatti, Mosca ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, accusandoli di essere complici dell’Ucraina nel raid di Sebastopoli, in Crimea. Nell’attacco missilistico, che ha avuto come bilancio cinque morti e oltre 150 feriti, è stato effettuato con i missili americani Atacms. Da Washinghton, nelle scorse ore, è arrivata la precisazione che le armi fornite a Kiev servano solo a difendere il territorio sovrano dalla minaccia armata, ma il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha accusato l’Occidente di uccidere i bambini russi.