Giovanna Pedretti, si indaga per istigazione al suicidio
Il 14 gennaio viene trovato nel Lambro il cadavere di Giovanna Pedretti, proprietaria del ristorante Le Vignole a Sant’Angelo Lodigiano, spopolata sul web per la sua risposta contro una recensione omofoba e abilista. Successivamente accusata di aver sfruttato una recensione falsa per farsi pubblicità, a partire dalle ricerche della ”verità” di Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli. Accusa che ha travolto Giovanna, introducendola in una realtà vorticosa, oscura del web, quella degli haters e delle persistenti critiche. Alimentata da interviste invadenti, giornalisti, utenti – giudiziari della vita altrui.
Il corpo è stato ritrovato poco dopo la denuncia di scomparsa da parte del marito, convinto in un primo momento che la moglie fosse andata al mercato con le amiche. Dalle videocamere di sorveglianza, ha visto uscire Giovanna alle 4 del mattino, orario insolito che ha fatto scattare l’allarme. Nei giorni precedenti, era stata chiamata dalla caserma come persona informata dei fatti e aveva confermato la veridicità del post. La Procura di Lodi sta indagando per istigazione al suicidio, violazione dell’art. 580 c.p. Si cerca di risalire al dispositivo della recensione tramite Google. Le indagini si estendono ai messaggi e commenti ricevuti dalla 59enne a seguito dell’accusa di falsa recensione.
Il caso del suicidio di Giovanna Pedretti può diventare motivo di riflessione e di ricerca di soluzioni legislative per combattere gli hate speech, nonché discorsi d’odio, minacce di morte, insulti che possono essere d’impatto per il benessere psicosociale dell’individuo, sopraffatto dal vortice del web e delle gogne mediatiche.
Aspirante Giornalista. Laurea in Educatrice socio culturale e iscritta alla Magistrale di Comunicazione, Media Digitali e Giornalismo. Appassionata di temi sociali, gender studies e cronaca rosa.