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Zlatan Ibrahimovic in una parola? Eterno. Il campione svedese non accenna a fermarsi, nemmeno a 40 anni. Una leggenda che oggi vi raccontiamo.

Definizione di una leggenda– Sono in molti a detrarre Ibrahimovic per il suo carattere. Certo, alcune sue prese di posizione possono essere definite arroganti e superbe, ma per una leggenda che ha strabiliato l’Europa con 503 gol in 836 gare, alcuni di questi sensazionali, se lo può permettere. Un personaggio complicato il suo, ma che dal puro lato calcistico ne risulta un giocatore amabile per la sua grandezza.

Malmö e Ajax– Ma l’inizio di questa storia parte dalla sua patria: la Svezia. A soli 18 anni, nel ’99, esordisce con il Malmö. Ma è la stagione successiva, con la retrocessione in seconda divisione, che conquista il posto da titolare. L’annata è da incorniciare: capocannoniere della squadra e promozione ottenuta. Ibra è alto, veloce, dotato di un buon fisico e con un tiro eccellente. E un talento così non può non essere notato da una delle migliori accademie del mondo: l’Ajax. In Olanda vince 2 campionati, 1 Coppa nazionale e 1 Supercoppa nazionale. Celebre il suo fantastico gol contro il NAC Breda.

Juve e Inter– Ma la voglia di trofei, specie internazionali, lo porta alla Juve. A Torino però la parte europea non va come presvisto, e dopo lo scnadalo Calciopoli lascia i Bianconeri e approda all’Inter. Dai rivali si conferma una delle punte migliori del campionanto vincendo nel 2009 anche il titolo di capocannoniere con 28 reti. Inoltre nei 3 anni di permanenza dal 2006 al 2009 vince 3 scudetti e 1 Supercoppa Italia.

Barcellona e di nuovo Italia– Alla sua corte lo vuole Pep Guardiola, ma una forma altalenante e uno schema non adatto al suo gioco creano delle divergenze tra Ibrahimovic e l’allentatore spagnolo, pur vincendo tutto (anche i primi trofei internazionali) decide di cambiare aria. Zlatan torna in Italia, ancora una volta a Milano, ma questa volta al Milan. Ai Rossoneri dona uno scudetto che mancava da tanto, troppo, tempo. Diviene l’idolo dei tifosi con giocate da fuoriclasse a gol a raffica. Ibracadabra diviene un mito da idolatrare. In questo periodo segna anche il gol più bello della sua carriera. 14 novembre 2012, Svezia-Inghilterra finita 4-2, Ibra segna tutti i 4 gol della sua squadra, tra cui l’iconica rovesciata da 30 metri. La rete gli vale il Puskas Award a fine anno

Parigi e Manchester– In questo suo girovagare per vincere dappertutto finisce a Parigi, dove vive i suoi anni migliori in termini di gol realizzati. 12 i titoli conquistati in Francia, tutti nazionali; 156 i gol segnati in 180 presenze, semplicemente pauroso. Ma con l’età che avanza decide di non rinnovare il contratto con i parigini, per tentare la sorte europea con il Manchester United. Ci riesce, ma solo in parte, conquistando una Europa League. Dopo 2 stagioni, condizionate da acciacchi fisici, sembra ritirarsi in America.

America e un dolce ritorno– Si accasa ai Los Angeles, dove diventa una star, innalzando gli ascolti del campionato americano. Ma non solo, il netto livello superiore rispetto alla MLS gli consente di dominare in America, il Leone Ibrahimovic non sembra potersi fermare. E così torna nel calcio che conta, sempre in Italia, ancora una volta al Milan, sua piazza preferita. In una carriera trascorsa inseguendo il Pallone D’oro e la Champions Leauge, ora Zlatan spera di ridare ai Rossoneri lo scudetto. Dal suo arrivo la squadra è nettamente migliorata, e oggi, all’età di 40 anni, non sembra volersi fermare.