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Continua a far discutere la penosa figura fatta dall’Italia a Euro2024, che l’ha portata a salutare la competizione agli ottavi di finale. Sulla tragedia sportiva si è soffermato anche Giovanni Malagò, presidente del CONI che al Corriere della Sera non va per il leggero: “Davanti alla disfatta con la Svizzera ho pensato di essere in una puntata di ‘Scherzi a parte’. Mi è capitato di assistere a sconfitte, ovvio. In sport individuali può succedere che il tennista o il nuotatore di turno proprio nel giorno della gara, a causa di un problema fisico o mentale, abbia una pessima prestazione. Ma in uno sport di squadra, con la possibilità di effettuare cinque sostituzioni su undici, la scena mi è sembrata inverosimile: i giocatori in campo hanno trasmesso la sensazione di frustrazione e umiliazione. Sembrava che neanche se ne accorgessero, perché in genere se sei in difficoltà magari ti fai prendere dalla foga agonistica, invece erano proprio amorfi. Non hanno mai dato l’impressione di metterci anima e cuore”.

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Malagò parla poi dell’impatto di Spalletti come CT: “La responsabilità di trasmettere la mentalità giusta è sua ed  è stato onesto nell’ammettere di aver sbagliato e che il mestiere del selezionatore è diverso da quello dell’allenatore. Dispiace perché dopo il gol di Zaccagni alla Croazia al 98’ e quell’autostrada nella parte buona del tabellone pareva che fossimo nella migliore situazione possibile. Un CT deve saper gestire un gruppo in base alle proprie idee tattiche. Il suo curriculum parla da solo ma è evidente che ha responsabilità”.

Malagò: “Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità sul dare o meno fiducia a Spalletti”

Su Gravina: “Gli ho detto  che non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l’aria si è fatta irrespirabile. Le elezioni federali si sarebbero dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi chiede le dimissioni deve sapere che, quando un presidente lascia, decade anche il consiglio che, in attesa di nuove elezioni entro novanta giorni, esercita le funzioni di ordinaria amministrazione. Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni. In lui ho avvertito delusione. Ho percepito che si è sentito tradito da chi è andato in campo. Il problema, piuttosto, nel calcio è un altro, una specie di regola non scritta: in caso di disfatta la responsabilità non è solo di chi va in campo ma anche dei dirigenti. Chiunque ricoprirà quella carica in futuro deve comprendere che senza il necessario compromesso si ritroverà a dover discutere con qualche componente”.