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Una partita da montagne russe quella andata in scena ieri sera tra Juventus e Atalanta. Un continuo capovolgersi di emozioni, di sorpassi e controsorpassi, di grandi giocate ed errori individuali. Insomma, chi ha assistito alla sfida non si è di certo annoiato. Nel complesso la squadra di Allegri, fortemente colpita dal -15 in classifica, ha dato una risposta importante sul piano caratteriale, andando sotto due volte e riuscendo a rimontare con voglia e determinazione. A fotografia che è il gruppo è coeso e Max ha le redini in mano. Come sempre, è tempo di voti nelle consuete “pagelle” bianconere.

SZCZESNY 4.5: errore imperdonabile dopo quattro minuti che regala il vantaggio all’Atalanta. Una papera che stride sul suo conto considerando l’importanza che aveva avuto tra i pali negli ultimi due mesi. Non si capisce come se la sia buttata in porta da solo, visto che il tiro lo ha visto partire e lui era lì in traiettoria. E’ vero, Lookman ha calciato un missile ma coi pugni quella palla si respinge. Mezzo voto in più per un intervento su Toloi dalla distanza.

DANILO 6: croce e delizia. Suo l’errore grossolano che favorisce il recupero di Scalvini per il 2-2 di Maehle. Suo, però, il 3-3 che scaccia le paure e regala un punto alla Juventus. Il brasiliano, per una volta, commette un abbaglio ma da grande leader qual è, prima si fa perdonare con la rete del pareggio, poi chiede anche scusa sui social ai tifosi. Immenso, capopopolo.

BREMER 7: questo è il vero Bremer. Dopo la serata horror che gli ha fatto vivere Osimhen al “Maradona”, Gleison si prende la scena, mettendosi nel taschino Hojlund, uno che negli ultimi tempi stava segnando a raffica. Sempre pulito negli interventi, sempre in anticipo, dominante fisicamente. Quando fa queste partite, difficilmente la Juve perde.

ALEX SANDRO 4.5: un obbrobrio. Continua a fare prestazioni scadenti, sbagliando tecnicamente e soprattutto in marcatura. Bello vedere Lookman saltare indisturbato e segnare vero? Per fortuna della Juve, la sua avventura finisce a giugno. Il problema è che doveva terminare ben prima.

MCKENNIE 5.5: qualche cosa di buono in più rispetto al solito lo fa, anche se nulla di trascendentale. Da esterno destro, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non rende neanche 1/10 del suo potenziale e infatti la Juve è tutta storta verso sinistra quando attacca. Allegri lo sceglie per limitare la catena di sinistra dell’Atalanta: il dato di fatto dice che due gol su tre arrivano proprio da quella parte. Domanda: che senso aveva?

FAGIOLI 7: dite quello che volete ma questo è un giocatore forte, molto forte. Palla sempre incollata al piede, delizia anche con la suola ma soprattutto dà dinamismo al centrocampo recuperando un paio di palloni. L’assist a Milik è una prelibatezza, il modo con cui si trova con Di Maria è da Harvard. Si guadagna anche il rigore dell’1-1. Prestazione totale di Fagiolone.

LOCATELLI 5.5: se il calcio fosse uno sport di solo corsa e grinta, lui sarebbe fortissimo. La voglia non manca mai, la pulizia tecnica sì. E’ da un suo errore in impostazione che l’Atalanta riconquista e segna il gol dello 0-1, anche se poi le vere colpe sono di Szczesny. Da regista non va e Allegri lo deve capire; non è quel prototipo di giocatore. Ha il merito di guadagnarsi la punizione nel gol del 3-3 ma la sua gara si racchiude lì. Troppo poco per uno che deve essere il fulcro del gioco bianconero.

RABIOT 5.5: poca roba il francese. Le sue scorribande sono fortemente limitate dal pressing ultra aggressivo degli avversari. Quando si tratta di velocizzare l’azione, lui di certo non rientra tra i protagonisti nel farlo. Abbastanza anonima come partita.

KOSTIC 5: completamente fuori condizione. Dalla sua parte non arriva mezzo cross e fatica enormemente a tenere a bada Hateboer. Rispetto al giocatore ammirato nel pre-Mondiale sembra una copia uscita male. E infatti la sua partita dura un’ora. Allegri deve ritrovarlo.

DI MARIA 8: giocatore fuori categoria. E pensare che non è neanche al 100% fisicamente. Lui la luce della Juve in un inizio di partita raccapricciante. Lui il leader tecnico, il Campione del Mondo a prendere per mano i compagni e ad iniettargli fiducia. Lui che pareggia con il rigore, lui che spalanca col tacco una porzione di campo per Fagioli per la rete di Milik, lui che la tocca per Danilo nel 3-3. E’ sempre Di Maria, a far vibrare lo Stadium con tunnel e giocate visionarie. Una riposta a tutti quelli che lo etichettano come “giocatore finito”.

MILIK 7.5: il gol è di pregevole fattura. Destro – che non è il suo piede – di controbalzo all’angolo per il momentaneo vantaggio. Su di lui c’era probabilmente un rigore per una trattenuta reiterata di Palomino ad inizio partita. Si sbatte come un leone, continua a muoversi come un tergicristallo sulla linea di difesa atalantina. Fisicamente sta migliorando.

ALLEGRI 6.5: bravo perché a 48 ore dalla sentenza sulla penalizzazione riesce a tenere saldo il gruppo, cosa non scontata. La sua Juve dimostra carattere e i cosiddetti huevos, riprendendo una partita che poteva finire in goleada considerando il momento realizzativo dell’Atalanta. Nota stonata, anzi, stonatissima per gli approcci ai due tempi, soprattutto al secondo dove non esiste prendere 2 gol in sette minuti e ritrovarsi sotto. Vero anche che con degli errori individuali così evidenti, l’allenatore può fare poco. La strada, però, è quella giusta. Martellare su questo.

Subentrati

CHIESA 5.5: poco incisivo Fede. Si accentra tantissimo andandosi ad invischiare nell’imbuto delle maglie nerazzurre. Allegri gli urla di partire largo a sinistra, lui lo fa ad intermittenza. Non incide come avrebbe dovuto.

KEAN 6: entra col piglio giusto, regalando un cioccolatino per Miretti sprecato da quest’ultimo. Si vede che è in forma e in fiducia. Prezioso.

MIRETTI 5: l’errore sottoporta che poteva regalare il 4-3 alla Juve nel finale è imperdonabile considerando che era tutto solo. Aspetta il pallone senza andarlo ad aggredire per spaccare porta e mondo. Entra timido.

CUADRADO SV

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