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Teatro. Continuiamo la lettura di quello che io amo definire non un libro ma, un testamento letterario che Peppino de Filippo ha lasciato non solo alla sua famiglia ma, al mondo:

“Mia madre frequentò poco o nulla gli studi scolastici , forse non riuscì neanche a frequentare la terza elementare a giudicare dai suoi scritti.

Non poteva accadere diversamente se si considera che né il padre Luca né la madre Concetta avevano imparato a leggere e a scrivere.

E nemmeno le loro figlie, Rosa e Anna, delle quali parlerò più appresso, frequentarono con profitto la scuola, anch’esse appena appena arrivarono a stento, credo, a superare i primi due anni di studi. Anch’io e i miei fratelli, da piccini, non fummo troppo spinti a frequentare la scuola, a quell’epoca, i figli si crescevano com’erano cresciuti i genitori.

Mia madre dunque da giovanetta, attraente e bella come era, si trovò ad affrontare le difficoltà della vita, la miserabilita’ della sua famiglia e la povertà sua personale potendo fidare solo sull’esperienza della sua “educazione” naturale.

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Donna semplice e di carattere remissivo, fondamentalmente insicura e per questo timida, fu facile preda dell’uomo che la rese madre più volte, “suo zio Eduardo Scarpetta”.

Tipo di uomo eccentrico e dotato di scaltrezza temibile che in verità costituiva il suo charme più travolgente, provvisto di una insaziabile curiosità si gettava avidamente su tutto ciò che gli era di gradimento, onde, portarne via la parte più gustosa.

Cinico e diffidente verso tutto e tutti e la sua diffidenza, il suo cinismo lo portavano ad essere l’uomo delle situazioni disperate, che nulla riesce a fermare, insensibile a qualsiasi delusione, privo di scrupoli e sempre pronto a mentire e a compiere gesti amorali, a volte con “crudeltà”.

Infatti, non commise crudeltà quando di mia madre, sua bella e giovanissima nipote, fece la sua amante? E non commetteva crudeltà ogniqualvolta la obbligava a frequentare la sua casa, costringendola così a stretto contatto confidenziale con sua moglie Rosa che era, si, consanguinea di mia madre, ma era soprattutto la sua rivale in amore!

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Una pratica disonesta di cui tutti, in casa Scarpetta e fuori, erano al corrente. Uno squallido intrigo amoroso di cui tutti, dall’ultimo domestico di casa al portiere del palazzo, potevano raccontare vita morte e miracoli.

Una tresca vergognosa della quale tutti sapevano qualcosa ma nell'”entourage” di casa Scarpetta, che era vasto, non solo di questo sì parlava, anche di altri intrighi si mormorava e spesso si parlava …. e spesso ad alta voce”

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