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L’Ucraina si appresta a fronteggiare un importante rimpasto governativo. Alcuni ministri e alti funzionari del governo di Kiev hanno rassegnato le dimissioni. Tra questi spiccano il ministro degli esteri Kuleba, quello della Giustizia Denys Malyuska, quello dell’Ecologia Ruslan ed il ministro delle industrie strategiche Oleksandr Kamyshin Strilets. Poi anche il vice primo ministro per l’integrazione europea Stefanishyna, il vice primo ministro Vereshchuk e il direttore del Fondo di proprietà statale Koval.

Sono ignoti i motivi delle dimissioni. Ma quelle di Kuleba sono difficili da decifrare anche alla luce di alcune sue pregresse dichiarazioni. Il ministro, Ex, diceva che se ne sarebbe andato in due circostanze: se fosse stato il presidente Zelensky a chiederglielo; o se fosse entrato in una contraddizione fondamentale con la politica estera e non avesse ritenuto possibile lavorarci.

Se siano state dimissioni spontanee o indotte non è chiaro e forse non lo sapremo né nel breve né nel medio termine.

In Ucraina è il momento di portare nuove forze al governo, così Zelensky ha commentato. È comunque una tempesta che si abbatte su Kiev in un momento molto delicato della guerra. Anche se la si vuole far passare come normale rimpasto.

L’offensiva a Kursk, che pure rappresenta una spina nel fianco di Mosca e dove gli ucraini hanno impiegato anche parte della riserva strategica, non sta impedendo alla Russia di portare avanti l’offensiva nel Donbass dove avanza. Mosca non ha distolto, almeno per il momento, la sua attenzione dal fronte orientale. E le regioni ucraine, oltre la linea del fronte, sono soggette a massicci attacchi con missili e droni russi che stanno provocando ingiustificate morti tra i civili. Anche Leopoli, città capoluogo della omologa regione al confine con la Polonia, ha dovuto fare i conti con gli attacchi dal cielo lanciati dell’aviazione di Mosca.

Il nuovo esecutivo dell’Ucraina dovrà affrontare una situazione “esplosiva”, con un autunno alle porte ed un prossimo inverno che si prospettano molto difficili.

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