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Il Napoli prova a scommettere sul futuro. Il manifesto di una nuova tendenza della società, intenzionata a perseguire una futuribile linea “green”, è rappresentata dai ragazzini aggregati per il ritiro di Dimaro. Che in questi primi giorni in Trentino, tra intensi stimoli fisici e prove tattiche, stanno ritagliandosi un piccolo spazio. E nell’attesa che tornino i reduci dall’Europeo a Castel di Sangro, imparano in silenzio, completando la loro parabola di promesse, da confermare poi in Primavera, piuttosto che andando in prestito altrove. Antonio Conte ne ha fatti giocare due nel secondo tempo dell’amichevole contro l’Anaune.

A Gennaro Iaccarino e Lorenzo Russo sono state infatti affidate le chiavi del centrocampo, gestito comunque con acume, sfruttando l’occasione per mettersi in mostra. Ovviamente, considerando il livello dell’avversario (Eccellenza), nonché le gambe appesantite dai carichi di lavoro, il test-match va interpretato alla stregua di un mero allenamento. Interessante, tuttavia, per capire i primi movimenti. Oltre alla qualità degli “azzurrini”, perfettamente a loro agio nel ruolo di doble pivote. Pronti a offrirsi da sponda per i compagni che stringevano dentro al campo, o abbassandosi a turno verso i difensori, per ricevere lo scarico e risalire dal basso.

Iaccarino e Russo

Il futuro di Iaccarino (classe 2003) dovrebbe essere lontano da Napoli. Del resto, la passata annata, nel suo esordio tra i professionisti, ha già maturato una esperienza importante a Monopoli, in Lega Pro. Destando un’ottima impressione per il mix di tecnica e visione nelle letture, giocando praticamente da titolare: 34 presenze complessive (32 in campionato e 2 nei playout, arricchite pure da 1 gol). E salvezza conquistata nella post-season a danno della Virtus Francavilla. Confermando quindi non solo di essere un bel progetto di centrocampista. Ma pure di avere pienamente recuperato dal terribile infortunio subito due stagioni orsono, quando si ruppe crociato e collaterale del ginocchio sinistro.   

Anche Russo (classe 2005) ha colpito per la personalità con cui s’è affacciato alle porte della Prima Squadra. Manco volesse sfondarla invece di bussare timidamente. A influenzarne la freddezza, forse ha contribuito la trasformazione da offensive player in “tuttocampista”. Buono per la lotta ed il governo. Una geniale intuizione dell’allenatore della Primavera, Andrea Tedesco, che ne ha completato il bagaglio tecnico-tattico, arretrandogli il raggio di azione, affinché potesse esprimere tutto il suo potenziale da mezzala moderna.

D’Avino, Turi e Sorrentino

Non ha avuto vita facile Luigi D’Avino (classe 2005), un po’ sparito dai radar, nonostante avesse fatto il ritiro con Garcia. Oltremodo penalizzato l’anno scorso dalla retrocessione della Primavera, di cui è capitano. Nondimeno, con Calzona in panchina, il difensore centrale è stato aggregato in pianta stabile col gruppo dei “grandi”. Peccato che il campionato fallimentare dei Campioni d’Italia abbia avuto un andamento talmente delirante da non consentire poi nessun esperimento. Ma il talento cresce e si alimenta proprio quando è obbligato a confrontarsi con simili difficoltà.

Insomma, i giovani restano un materiale da maneggiare con cura certosina. In questo scenario si inserisce la convocazione di Claudio Turi (classe 2005) e Andrea Sorrentino (classe 2007), portati a Dimaro per sopperire alla momentanea assenza di Meret. Evidente l’idea della società di puntare forte su Turi in ottica Primavera, premiando al contempo Sorrentino per i miglioramenti palesati con gli Allievi nazionali: il giusto riconoscimento per la crescita esponenziale di entrambi. Che ne premia il rendimento costante e la feroce applicazione negli allenamenti quotidiani con il preparatore dei portieri Marco Giglio.

In definitiva, che il Napoli voglia puntare decisamente sulla valorizzazione del settore giovanile non appare più un concetto astratto. D’altronde, Conte finora nelle sedute di allenamento li ha trattati alla stessa maniera dei giocatori d’esperienza. Tra loro c’è sicuramente chi ha rubato l’occhio al tecnico.

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