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Dopo le due partite disputate a Dimaro, continua il ciclo di test-match per il Napoli. Gli azzurri scendono in campo a Castel di Sangro, affrontando l’Egnatia, squadra campione d’Albania. Le amichevoli estive possono essere molto eccitanti per i tifosi, che le proiettano al futuro, immaginando cosa potrà poi fare la squadra del cuore quando si giocherà per i tre punti. In questo scenario, con l’entusiasmo iniziale stornato dal minuto di raccoglimento per le vittime di Scampia, provocano già pensieri ambiziosi le scelte dell’allenatore salentino. Che conferma l’idea di puntare tatticamente sul 3-4-2-1.

Con il rientro dei nazionali dal surplus di ferie post Europeo, Conte ha mischiato un pò le carte. In effetti, schiera subito Meret al posto di Caprile. Novità pure in retroguardia. Di Lorenzo occupa l’insolita (per lui) posizione di braccetto destro, con Natan sul versante opposto e Buongiorno al centro del terzetto difensivo. La coppia di mediani è quella che presumibilmente al momento riscuote maggiori garanzie: Anguissa e Lobotka. Laterali a tuttafascia, Mazzocchi e Spinazzola. I due trequartisti a sostegno della punta centrale – Cheddira – sono Politano e Kvaratskhelia.

Primo tempo: 2-0

Non serviva certamente una serata tra tifosi in bermuda, per capire che Kvaratskhelia in quella posizione, assai più vicino alla porta, dentro al campo a fluttuare liberamente tra le linee, può davvero trasformarsi in un’arma letale, diventando semplicemente devastante. Perchè in grado di fare tante cose e tutte utili. Il georgiano la sblocca al 21′ con un movimento da attaccante vero, chiudendo con un bel tiro al volo mancino il perfetto “dai e vai” con Lobotka. Stimolato dal compagno di reparto, Politano raddoppia al 29′: legge in anticipo dove arriverà il passaggio di Di Lorenzo e incrocia col sinistro, mandando la palla in buca ad angolo.

Ovviamente, non sono queste giocate a fare notizia. Semmai, desta maggiore interesse il processo di inserimento nei meccanismi di squadra di alcuni calciatori in maglia azzurra. L’intesa naturale tra i due metodisti pare a buon punto. D’altronde, Anguissa e Lobotka parlano il medesimo linguaggio calcistico. Non va trascurata la brillantezza di Cheddira. Decisamente, sa fare la prima punta, ha la malizia necessaria per mettersi davanti al difensore e coprire la palla. Al contempo, fa cose da attaccante vero. Tipo farsi trovare pronto a battere a rete da buona posizone al tramonto della prima frazione, con Dabjani che salva coi piedi.

Napoli (3-4-2-1): Meret; Di Lorenzo, Buongiorno, Natan; Mazzocchi, Anguissa, Lobotka, Spinazzola; Politano, Kvaratskhelia; Cheddira. Allenatore: Conte

Egnatia (3-4-3): Dabjani; Xhemajli, Malota, Aliyev; Fangaj, Zejnullai, Aleksi, Ndreca; Kasa, Doukouo, Lushkja. Allenatore: Tetova.

Secondo tempo: 4-0

Consapevole di aver lavorato tanto, nonchè sul fatto che il gruppo non sia omogeneo dal punto di vista dei carichi, visto che i rientri dopo le nazionali hanno una decina di giorni da recuperare, Conte ridisegna la squadra in vista della ripresa. Che comincia sotto il segno di Simeone. El Cholito rimane una risorsa intrigante per l’attacco azzurro. Prende subito la posizione che più gli piace, al centro, negli ultimi sedici metri. E la butta dentro raccogliendo l’assistenza di Zerbin. Quindi, va vicino al raddoppio, ma il portiere albanese para. Nel frattempo, Ngonge centra in pieno la traversa con un colpo di testa, sugli sviluppi di un corner. La centrifuga delle sostituzioni sembra non sottrarre brillantezza e voglia di esprimere un calcio propositivo al Napoli.

Però, con l’Egnatia che dopo una decina di minuti effettua quattro cambi, per la squadra partenopea diventa tutto più semplice. Tengono botta i ragazzi di Conte, che tra il 60’ e il 62’ sfiorano tre volte la rete del poker: la conclusione di Raspadori viene salvata sulla linea. Poi due zuccate in serie, di Simeone salvata dal portiere; di Rafa Marin fuori di un soffio. Ma il 4-0 è nell’aria. Lo realizza Ngonge, al culmine di un’azione bella a precisa. Lancio millimetrico di Raspadori per Zerbin, che al volo stimola l’ex Verona alla finalizzazione. Tocco sotto e gol. Tutto molto bello ed efficace.

Come una partita vera, il finale si incattivisce un pò troppo. Folorunsho si fa ammonire per un’entrata irruenta. Rafa Marin va a muso duro contro Aliyev dopo un contrasto poco amichevole. Insomma, con le dovute proporzione connesse al valore dell’avversario, il cantiere Napoli resta ovviamente aperto. Ma il sopralluogo del “Patini” ha confermato l’impressione che i lavori stiano procedendo bene.

Napoli (3-4-2-1): Caprile; Rafa Marin, Buongiorno, Juan Jesus; Zerbin, Folorunsho, Iaccarino (77′ Cajuste), Mario Rui; Ngonge, Rasapdori; Simeone. Allenatore: Conte

Egnatia (3-4-3): Dabjani; Xhemajli, Malota (55′ Rama), Aliyev; Fangaj, Zejnullai, Aleksi (55′ Drame), Ndreca (55′ Dulysse); Kasa, Doukouo (55′ Ahmetaj), Lushkja (65′ Lubas). Allenatore: Tetova.

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