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La sontuosa prestazione di Gigio Donnarumma contro la Spagna ha ricordato a tutti il grandissimo talento naturale di uno dei più forti portieri in circolazione. Una partita intera caratterizzata non solo da interventi provvidenziali. Ma da altre dimostrazioni di come l’estremo difensore del PSG, nel suo ruolo, sia ormai un fenomeno generazionale. Capace di essere dominante anche all’interno di un contesto tattico in cui l’Italia ha sofferto tremendamente pressing e possesso iberico.

Negli ultimi mesi i suoi detrattori, magari feriti nell’orgoglio patriottico dalla scelta di andarsene in Francia, avevano sottolineato la stasi nella crescita. Manco il passaggio in Ligue1 ne avesse inficiato l’evoluzione, piuttosto che contribuire a valorizzarne la fisicità fuori scala ed i fondamentali tecnici iperperformanti. Trascurando un piccolo particolare. La Serie A da anni non offre grandi spunti di interesse, derubricata a Lega di passaggio, verso scenari maggiormente competitivi. Forse cambiare aria gli ha permesso di confrontarsi con avversari e situazioni di gioco che, settimana dopo settimana, diventavano sempre più complessi. Trasformando un trasferimento che appariva motivato esclusivamente da fattori economici, in una palestra formativa per maturare definitivamente.    

E se qualcuno, banalmente, gli imputa tuttora una confidenza nella gestione del pallone coi piedi sufficiente rispetto alla sua debordante qualità complessiva, il portiere della Nazionale può obiettare che soltanto grazie alle sue otto (!) parate, una più impegnativa dell’altra, per gli Azzurri c’è ancora speranza. Senza dimenticare che era già stato decisivo all’esordio con l’Albania, salvando il risultato nei minuti di recupero con l’uscita disperata sui piedi di Manaj.

Insomma, per l’Italia restano intatte le possibilità di passare il turno: basterà mettersi alle spalle la Croazia. Considerando la Spagna certa del primo posto nel Gruppo B. Nondimeno, se andiamo alla ricerca delle note positive riscontrate finora dalla squadra di Spalletti, c’è sicuramente Donnarumma e poco altro. A distanza di tre anni, quando gli venne conferito il premio di MVP dello scorso Europeo, solamente i suoi prodigi hanno limitato il passivo. Evitando che i gol subiti pregiudicassero poi la differenza reti. Una magra consolazione, che in ogni caso permette di avere un’ancora di salvataggio, qualora si perdesse lunedì sera. Così da competere comunque per il ripescaggio tra le migliori terze classificate dei gironi.

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