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La giornata di ieri è stata cruciale per numerosi comuni italiani: in 105 città i residenti sono stati di nuovo chiamati alle urne per eleggere definitivamente il nuovo sindaco.
Di questi 105 comuni, ben 14 erano capoluoghi di regione o di provincia.
Il risultato di questi ballottaggi sono molto interessanti: andando in controtendenza rispetto a quanto accaduto alle regionali e alle politiche, alle comunali ha prevalso nettamente il centrosinistra, in rialzo continuo.

Guardando ai risultati dei capoluoghi, il centrosinistra ha ottenuto il primato a Bari, Firenze, Perugia, Campobasso e Potenza: contando anche Cagliari, ottenuta al primo turno, il centrosinistra ha vinto in tutti i capoluoghi di regione in queste elezioni comunali.
Altri capoluoghi in cui ha prevalso il centrosinistra sono Vibo Valentia e Cremona.
Il centrodestra si lecca le ferite ma conta ancora su diverse roccaforti su cui fare affidamento: Caltanissetta, Urbino e Vercelli rimangono sotto il controllo del centrodestra, che scippa al centrosinistra anche Lecce e Rovigo.
Le liste civiche si sono dovute accontentare di Avellino e Verbania.
Sono in rialzo le quote rosa al potere: in sei capoluoghi su 14 hanno trionfato sindaci donne, un risultato per certi versi storico (a Firenze e Perugia non era mai successo, ad esempio).
L’affluenza per i ballottaggi è in calo rispetto a quella del primo turno: il dato finale è del 47,71%, mentre alla prima tornata di voti si era presentato alle urne il 62,83% degli aventi diritto.

Questo trionfo del centrosinistra segna la validità della ritrovata unione dell’opposizione dall’approvazione della legge sull’autonomia differenziata.
Il centrodestra dovrebbe essere preoccupato dell’andamento di queste elezioni e di un centrosinistra che continua a guadagnare consensi: dopo le elezioni europee, in cui i risultati sono stati buoni ma non eccezionali, ora le comunali potrebbero dare nuova linfa ad uno schieramento la cui opposizione finora è stata anonima e senza brio.