Il compromesso è la negazione dei propri principi.
Golda Meier è stata la prima donna statista a guidare il suo paese. Nata a Kiev nel 1898, morì a Gerusalemme nel 1978 a causa di una leucemia. Il suo ruolo risultera’ fondamentale in alcuni momenti, in chiave storia, per il destino d’Isreale ed è per questo che venne considerata una lady di ferro.
A proposito dei compromessi diceva:” Essere o non essere, non è una questione da compromesso. O sei, oppure non sei”. Ebbene nonostante ci abbia lasciato questo grande insegnamento ideologico, ancora oggi si fa davvero fatica a metterlo in pratica. La vita ci pone continuamente difronte alla scelta di accettare o meno compromessi. Quando il compromesso implica la messa in discussione dei propri ideologici convincimenti e quindi sinonimo di umiltà e di onestà intellettuale e morale, l’accettazione del compromesso può risultare utile perché ci consente di ravvederci da una errata valutazione o da un giudizio troppo approssimativamente te pronunciato a discapito degli altri.
Viceversa quando il compromesso diventa la negoziazione dei propri propositi del fare o dell’ottenere, è allora che può diventare la negazione dei propri sani principi etici e morali. Chi assume un impegno sia esso pubblico o privato di qualsiasi natura, non dovrebbe mai perdere di vista l’insegnamento della premier Meier e cioè portare avanti con coerenza le proprie idee nel rispetto degli impegni assunti e, in questo caso, non accettare mai compromessi che risultano essere la negazione dei propri principi. Cosa fare in questo caso? Sicuramente in questo caso, onde preservare la propria credibilità verso gli altri ma anche verso se stesso, è meglio fare un passo indietro.
Dichiarare apertamente di voler fare un passo indietro pur di non accettare compromessi che intacchino in primis l’onestà della propria coscienza, è sinonimo di trasparenza, di coraggio e di onestà intellettuale e morale. Meditiamo tutti indistintamente.
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