• Tempo di Lettura:2Minuti

Ad Atlanta, capitale dello Stato della Georgia, è andato in scena il primo dei due duelli tra Donald Trump e il Presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden. Nel corso del dibattito, che ha tenuto incollati i cittadini americani davanti agli schermi delle loro TV, i rappresentati dei due schieramenti politici americani si sono confrontati sui temi più caldi della campagna elettorale in vista delle elezioni Presidenziali del 5 novembre, l’aborto, l’immigrazione e la politica estera. Il faccia a faccia tra il Tycoon e l’attuale inquilino della Casa Bianca si è svolto secondo regole ferree, microfoni silenziati e tempi contingentati: due minuti per la domanda e uno per la replica e controreplica. 

Il duello televisivo è iniziato e si è concluso senza la consueta stretta di mano tra i due sfidanti i quali, durante il dibattito, si sono accusati reciprocamente di essere stati i peggiori presidenti della storia degli Stati Uniti. Ma se il magnate americano, predecessore di Biden alla Casa Bianca, nel corso del confronto si ha mostrato il classico atteggiamento sopra le righe, rifilando anche qualche bugia a detta dei media americani, ai democratici ha destato qualche preoccupazione di troppo la condotta di Joe Biden. La performance dell’ottantunenne Presidente americano, infatti, è apparsa poco lucida riuscendo a controbattere solo ad alcune delle dichiarazioni del suo sfidante, che non ha perso occasione di farsi beffa di lui.

Nonostante Biden abbia tentato la ribalta nel finale Secondo quanto riportato dalla Cnn per il 64% dei cittadini americani il confronto è stato vinto Trump, malgrado qualche bugia detta dall’ex Presidente. I democratici, in seguito al confronto di questa notte, stanno tirando le somme ed è probabile che si possa arrivare a chiedere a Biden di fare un passo indietro e nominare un sostituto per le elezioni del 5 novembre. In caso dovesse accadere ciò la campagna elettorale delle Presidenziali americane 2024 resterebbe negli annali come una delle più particolari, con il candidato repubblicano condannato e quello democratico sostituito.